mercoledì, settembre 05, 2007

Tasse giù, Rutelli con Veltroni

Tasse giù, Rutelli con Veltroni
Rutelli si schiera con il sindaco di Roma e chiede un calo del carico fiscale già nella prossima Finanziaria. Ma Palazzo Chigi insiste sulla linea del risanamento: «La priorità sono i conti in ordine».

Il chennedi e il cluni italiani ( i Kennedy e Cloony in salsa di pomodoro) sono uniti nel cercare di guadagnare consensi popolari, peccato che ci sia il Presidente del consiglio che invece li sbugiarda senza pietà per guadagnare consensi politici dai suoi “alleati” e quindi deve asserire tutto e il contrario di tutto per far credere a tutti di essere dalla loro parte.
E’ lampante, salta agli occhi che è necessario ridurre le tasse, è evidente che i conti devono essere risanati, è lampante e lo possiamo verificare anche nel più semplice bilancio di una famiglia che se riduco le entrate, o taglio le spese o aumento i debiti. L’apporto di illustri economisti in questo campo è superfluo quindi Tommaso Padoa Schioppa ha solo versato parole sull’evidenza. Quello che invece dovrebbero fare gli illustri economisti sarebbe di dare risposte alla sinistra estrema che per una volta sta giustamente puntando il dito sulla piaga, perché di piaga sociale si tratta, del dove ridurre le spese.
Se proseguiamo sull’esempio del semplice bilancio di una famiglia possiamo capire meglio cosa intendo.
Il buon capofamiglia che si trovi ad affrontare il problema di entrate troppo basse per le spese da affrontare, come dicevamo prima deve provare ad aumentare le entrate o ridurre le spese. Una volta che la richiesta di aumento di stipendio viene rifiutata deve decidere quali spese tagliare. Il buon capofamiglia proverà a rivendere l’abbonamento allo stadio, non andrà in vacanza, disdice l’abbonamento a SKY, vende la macchina nuova e ne prende una usata e più piccola, taglierà tutte quelle spese che possono essere posticipate o evitate poiché non indispensabili. Solo se la situazione diventerà disperata negherà ai suoi figli le visite mediche, i libri di testo per la scuola o il pane a pranzo.
Qui invece si parla di non tagliare gli sprechi, di non ridurre i costi della politica, di non ridurre le prestazioni a favore degli immigrati illegali per favorire chi legalmente paga le tasse, si preferisce invece pensare di tagliare i fondi alla sanità pubblica, alla scuola, alle forze dell’ordine.
Do uno spunto al nostro ministro dell’economia e al suo vice ministro. Se è vero come è vero che i prezzi di molti beni di consumo e servizi stanno aumentando, è altrettanto evidente che le entrate dell’IVA conseguente all’acquisto aumentano, se è vero come è vero che la benzina punta inesorabilmente verso prezzi da gioielleria è evidente che le tasse applicate a tale prezzo daranno introiti maggiori. Perché questi introiti maggiori che vengono per aumenti dei prezzi che il governo dice di non aver causato e che quindi sono introiti che non arrivano per merito del governo non vengono riversati sui contribuenti abbattendo, magari di poco ma sarebbe un segnale, il carico fiscale senza tagliare i servizi? Magari la risposta per un esperto è banale e lampante, ma non sono un economista e quindi vorrei che la risposta mi venisse data

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