giovedì, ottobre 30, 2008

200.000 o 2 Milioni?


Quante erano le persone presenti alla manifestazione organizzata dal PD? Mha! E a chi importa? A me no, sicuramente al gruppo dirigente del PD. A me, vista da fuori, importa solo che erano in tanti.

 

Aveva senso farla la manifestazione? Mha! Secondo me no, ma questa è una opinione mia. Sicuramente non serviva al paese, sicuramente serviva ai gruppi dirigenti del PD per contarsi, per misurarsi e per provare che ancora esistono.

 

Per tutte e due le domande, viste da italiano la risposta è "Bho!! " ma vista dalla parte del palco e cioè vista dal gruppo dirigente del PD le risposte sono sicuramente più precise e argomentate.

 

Sbaglia Berlusconi a denigrare le tante, non so quante, persone che hanno manifestato a Roma. Posso essere d'accordo che era più una manifestazione interna che una vera protesta, posso capire che fossero beceri postcomunisti, posso capire che anche 2 milioni sono una minoranza degli italiani, posso capire tante cose, ma non capisco il voler denigrare il pensiero e le idee di chi era effettivamente in piazza. Fossero anche solo i 200 mila contati dalla questura, sarebbe l'opinione di 200mila italiani quello che Berlusconi sta eliminando con un colpo di spazzola come fosse forfora sul suo doppiopetto.

E' vero che poi il governo comunque decide a maggioranza e quindi continuerà a fare come crede ma sarebbe auspicabile che il fare come crede sia successivo all'avere ascoltato anche quei 4 gatti che manifestavano o quei 4 gatti che non sono la maggioranza. Magari non accogliendo nulla di quello che viene richiesto, magari andando dalla parte opposta di dove vuole andare l'opposizione, ma se lo si fa dopo aver ascoltato il cosa e il perché dell'opposizione può succedere che ci si accorga di aver dimenticato un dettaglio, di aver preso un abbaglio, o di aver tralasciato un idea interessante.

Cavaliere, pensi che bello sarebbe  arrivare in conferenza stampa a dire " abbiamo approvato la tal legge a maggioranza, voglio fare notare che l'opposizione ha votato contro anche dopo che erano state accolte le loro osservazioni…"  Ma questa soddisfazione non se la vuole proprio togliere?

 

E allora, perché denigrare le minoranze quando si è in maggioranza? Perché dimenticare che fino a 6 mesi fa le situazioni erano invertite? Perché pensare di possedere la verità assoluta, di essere indiscutibilmente dalla parte della ragione perché migliori degli altri se poi quando si invertono le parti ci si comporta allo stesso modo?

 

Berlusconi, mi ascolti, chi è imperatore per decisione divina fa quello che crede e si barrica dietro alla sua onnipotenza senza ascoltare nessuno. Il leader fa quello che vuole ma lo fa ascoltando gli altri e convincendoli che è la cosa giusta da fare, motivandoli e trascinandoli. Lei è un leader, ascolti quello che le viene detto anche da chi non la pensa come lei, anche da chi non è d'accordo pur avendo la stessa visione d'insieme, cominci ad allenarsi iniziando ad ascoltare la sua di base, ascolti cosa le dice la pancia del suo partito e quando ci sarà riuscito le verrà semplice ascoltare tutti. Mi creda cavaliere, faccia pure quello che le dice il cuore o il cervello, ma ascolti la pancia perché è quella che poi vota. 

 



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martedì, ottobre 14, 2008

LA BORSA DI CARTA


No! Non sto parlando della borsa della spesa. Sto parlando del mercato azionario.

E' una disgrazia che l'umanità si sta portando dietro da tempo immemorabile, non è un problema moderno come vogliono farci credere.

Un tempo tutto si basava sul baratto. Il ciabattino produceva scarpe e le dava al pescivendolo in cambio di pesce e al conciatore in cambio di pelli. Poi il pescivendolo ebbe un idea. Colpito dal fatto che lui cambiava le scarpe molto di rado ma il ciabattino gli chiedeva il pesce tutti i giorni pensò di avviare una linea di credito. Quando il ciabattino gli forniva un paio di scarpe decidevano quanto pesce valevano e il pescivendolo doveva fornirlo fino ad esaurimento del credito al ciabattino. Diventava però scomodo tenerne conto, allora il ciabattino ebbe un idea. Fissiamo un prezzo per le scarpe e uno per il pesce e lo esprimiamo in conchiglie, allora un paio di scarpe valgono cento conchiglie e un kg di pesce vale due conchiglie. Quando il ciabattino vendeva le scarpe al pescivendolo riceveva le conchiglie che poi un paio al giorno restituiva in cambio di pesce. Nacque così il denaro. Nacquero anche le prime speculazioni e i primi problemi con un economia non più basata su beni materiali ma sulle idee del loro valore, perché vedete, in quel paese cominciarono ad esserci 10 pescivendoli ma un solo ciabattino. Quel ciabattino non era il più bravo ma semplicemente l'unico a fornire scarpe a tutti i pescivendoli ma sceglieva di prendere il pesce solo da chi gli faceva il prezzo migliore e gli dava il pesce più buono. In questo modo il valore del pesce calò notevolmente pur aumentando la qualità mentre le scarpe diventarono carissime e di pessima qualità. I pescivendoli diventarono sempre più poveri lavorando sempre di più e meglio mentre il ciabattino diventò sempre più ricco producendo sempre più scarpe di pessima qualità.

Ad un certo punto i pescivendoli non avevano più conchiglie per pagare il pane e quindi le chiesero in prestito al ciabattino che fu così magnanimo da prestarle purchè gli venisse riconosciuto un interesse sulle conchiglie prestate. Rendendosi conto che con questo sistema riusciva a guadagnare di più che producendo scarpe di pessima qualità chiuse il negozio da ciabattino e aprì un negozio che chiamò banca. Poi andò dei pescivendoli e gli propose di diventare loro socio acquistando una parte della loro attività in cambio delle conchiglie che gli servivano per proseguire nel loro lavoro.  

Così il ciabattino divenne proprietario di tranci di pescivendoli che grazie all'apporto di conchiglie fresche riuscirono a vendere di più e con il sudore della loro fronte a far aumentare il valore della loro attività arricchendo in questo modo anche il ciabattino. Poi un giorno il ciabattino si incontrò con il ciabattino di un paese lontano e si confrontarono scoprendo che avevano percorso la medesima strada solo che l'altro ciabattino aveva investito le sue ghiande (questo avevano scelto come moneta) per entrare in società con gli allevatori di maiali della sua zona dove non c'era pesce.

Il nostro ciabattino aveva sempre covato il sogno di possedere una parte di un allevamento di maiali così propose lo scambio al suo collega, Cedette parti delle sue parti di pescivendoli in cambio di parti di allevamenti di maiali . Nacque così la borsa. Ma era difficile per i pescivendoli capire in questo momento da chi erano posseduti. Si decise quindi di dividere ogni attività in un numero determinato di fette da cedere o acquistare in pacchetti. Nacquero le azioni.

 

Da quel lontano giorno in poi l'uomo è stato sottomesso da un mercato falso che non funziona sul reale valore dell'attività dei pescivendoli ma basa i suoi valori su quanti ciabattini sono disposti a comprare azioni dei pescivendoli o  a venderle.

 

Oggi siamo riusciti a raggiungere l'apoteosi di questo perverso meccanismo. I ciabattini ci fanno sapere che hanno perso miliardi di conchiglie e/o ghiande del loro capitale e cominciano a piangere lacrime amare che bagnano i pescivendoli che preoccupati per la sorte dei loro "possessori" si lamentano della crisi e dei problemi del mercato. Ma quelle montagne di conchiglie sparite dove erano? Erano il valore del banco frigo dei pescivendoli? Erano il valore dell'allevamento dei maiali? No! Erano un valore teorico basato sulla volontà dei ciabattini di comprare o vendere quelle azioni. Praticamente i ciabattini hanno perso dei denari perché avevano voglia di vendere, ma hanno in realtà perso dei denari che avevano guadagnato quando avevano voglia di comprare. In realtà quelle conchiglie e quelle ghiande non sono mai esistite.

Però ora riappare un personaggio che ci eravamo dimenticati dopo averlo nominato all'inizio della storia. Il conciatore.

 

Il conciatore, visto che oramai nessuno gli chiedeva le pelli a parte il ciabattino molto tempo fa decise di non essere un libero conciatore ma di fare il conciatore dipendente del ciabattino. Il ciabattino ogni mese gli riconosce un tot di conchiglie per il lavoro svolto.

Lui si che le conchiglie le vede davvero, non sono finte come quelle del ciabattino anche se il ciabattino cerca di pagarlo dicendogli che le conchiglie le versa nella sua banca a disposizione del conciatore. Ma quando il conciatore usa quelle conchiglie le deve avere in mano, sono vere.

Però il conciatore si preoccupa, vede il suo ciabattino che piange per le conchiglie inesistenti perse e pensa" Chissà le mie conchiglie se ci sono ancora..:" va dal pescivendolo e lo vede che piange perché il suo parziale possessore , il ciabattino, gli ha fatto notare che ha perso una montagna di conchiglie a causa della svalutazione della sua pescheria e lui per questo si sente in colpa. Allora il conciatore si preoccupa ancora di più perché, dopo che il ciabattino gli ha detto che non può aumentargli lo stipendio a causa dei ben noti problemi delle conchiglie sparite ma mai esistite, ora il pescivendolo gli dice che deve aumentare il costo del pesce per rientrare delle perdite dovute alla scomparsa delle conchiglie mai esistite. Allora il conciatore ci pensa un attimo e non compra più il pesce, va a casa nel suo orticello e si mangia due carote. Arrabbiato ed affamato non ha nemmeno voglia di andare a comprare le scarpe di cui ha bisogno ma che non può coltivare nell'orto. Così quella sera il ciabattino si incupisce ancora di più perché non ha venduto nulla ne con le pescherie di cui e parziale proprietario e nemmeno nei negozi di scarpe che ha in società con il ciabattino lontano, quello delle ghiande e dei maiali. Il giorno dopo va dal conciatore e gli dice che per questa settimana non serve che conci le pelli perché non c'è lavoro e che quindi lui non lo pagherà.

 

Allora il conciatore, chiuso in casa e colto dalla disperazione, prende una decisione. Se ne va a pescare e il pesce pescato, dopo essersi sfamato, lo va a vendere al pescivendolo in cambio di scarpe prodotte dal suo parziale proprietario il ciabattino. Il ciabattino, dovendo pur mangiare qualcosa si mise nuovamente a costruire scarpe di buona qualità per paura che il conciatore andasse a prenderle dall'altro ciabattino ( quello dei porci). Nello stesso momento il ciabattino lontano ( quello dei porci) decise di essersi stancato di giocare con ghiande e conchiglie e ricominciò anche lui a rifare scarpe rimettendo l'allevatore di maiali nelle condizioni di potersi nuovamente occupare dei maiali e non delle ghiande.

Dopo questo periodo di pazzia in cui i ciabattini si preoccupano di conchiglie che non esistono e i pescivendoli si preoccupano di ciabattini che non fanno scarpe ma giocano con le conchiglie, l'unica strada per ritornare in un mondo reale è che tutti facciano il loro lavoro praticamente e non teoricamente permettendo così al conciatore di continuare a conciare pelli per poter andare a comprare il pesce, il prosciutto e le scarpe che gli servono senza preoccuparsi di dove siano finite le conchiglie che, oltre a non servirgli, tre le altre cose nemmeno esistono.

 

E vissero tutti felici e contenti….. finchè non arrivò l'EURIBOR!!!!           



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giovedì, ottobre 09, 2008

RICORDANDO LA MIA MAESTRA


Ho superato l'esame di 5 elementare ben 30 anni fa. Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma ancora oggi rivivo guardando i miei figli quei giorni felici e spensierati. Io come genitore sono però  costretto a fare una domanda che i miei genitori non hanno mai fatto. Quando mia figlia mi racconta cosa gli è successo a scuola io devo chiedergli " Ma con quale maestra è successo?"

 

Questa è la sostanziale differenza tra la scuola di 30 anni fa e quella odierna visto che i miei figli sono tra i fortunati che frequentano classi dove il grembiule è ancora un obbligo.

 

Io parlo inglese non fluentemente, ma questo certamente non per colpa dell'insegnante, ed uso abitualmente il computer, rispetto ai miei figli ho però un dolcissimo ricordo della mia maestra. Ricordo la maestra come una mamma severa ed esigente ma sempre disponibile e sempre presente. Ricordo l'alzarsi in piedi alla mattina per salutarla, ricordo il silenzio che scendeva quando chiedeva attenzione, ricordo la pazienza e l'amore che metteva nello spiegarci le cose. Ricordo anche le punizioni per i comportamenti più "discoli", ricordo il crocifisso e la foto del presidente della Repubblica.

Mio figlio più grande, dopo 4 anni di scuola elementare, ha una sola delle 5 insegnanti che non è mai stata cambiata. Le altre non sono mai riuscite a rimanere stabili per più di 2 anni. Io ancora oggi so dove abita la mia insegnante, mio figlio ha bisogno di un agenda elettronica per memorizzare gli indirizzi delle sue maestre. E' questo l'insegnamento delle nuove tecnologie che si può fare solo grazie al modulo di insegnamento? Certo, anche l'insegnante "fissa" di mio figlio è una buona insegnante, certamente anche lei fa con amore e dedizione il suo lavoro, di sicuro anche tutte le insegnanti che si sono susseguite nelle varie cattedre hanno capacità e amore per il loro lavoro, ma un bambino dai 6 ai 10 anni ha dovuto adeguarsi ad almeno 12 modi di insegnare diversi, ha dovuto capire e comprendere 12 figure diverse che dovevano anche diventare dei punti fissi per un bambino che sta crescendo. Oggi capisce un po' l'inglese perché le istruzioni dei videogiochi sono spesso in inglese, sa usare il computer perché da quando è nato ha visto suo padre che ci smanettava, in compenso ha ritardi, a mio avviso gravi, nel programma di storia e geografia perché ogni anno ha dovuto ricominciare capendo cosa voleva l'insegnate, nella sua classe non c'è motivo di essere rispettosi ed educati tanto non é in gioco la promozione e probabilmente non sa chi è il nostro presidente della Repubblica ( anzi, probabilmente non sa cosa sia la Repubblica).   

Dopo un continuo attacco delle proposte del ministro Gelmini, dopo aver letto tutti i giorni sul giornale lettere o articoli contro il maestro unico, il grembiule, l'educazione civica e il voto in condotta mi chiedo dove sbaglio io che invece sono favorevole a tutto questo? Se tutto quello che si legge in giro è vero, sono io l'unico ad avere questi ricordi della mia vita scolastica? Sono l'unico che è andato a vedere la ricerca che ci pongono al 4° posto in Europa come istruzione primaria grazie al modulo, ma ho scoperto anche che chi è davanti a noi adotta in tutti i casi l'insegnante unico? Sono l'unico a dubitare del fatto che il modulo sia la soluzione dei problemi di apprendimento dei nostri figli? Certo, volendo denigrare la qualità del nostro corpo insegnanti si può argomentare che con 5 insegnanti è più probabile averne qualcuno di bravo, ma avendo rispetto degli insegnanti? Non è più probabile invece che un solo insegnante possa apprezzare le doti e le propensioni dei nostri figli che magari sono bravi in matematica ma scarseggiano in storia? Nel modulo abbiamo un insegnante che considererà il nostro bambino un buon alunno e un insegnante che lo riterrà un somaro, con l'insegnante unico avremo un insegnante che lo riterrà un alunno con più predisposizione verso la matematica rispetto alla storia, e credo che questa sia la valutazione corretta dei nostri figli

 

 

Beh! io non mi ritengo retrogrado ma sinceramente mi auguro che la scuola primaria possa riguadagnare l'importanza, il rispetto, il ruolo educativo, il ruolo formativo che ha avuto per me. Se poi l'insegnate unica avrà delle lacune nel campo informatico pazienza,  oggi succede spesso che siano i bambini ad insegnare ad usare il computer ai grandi; se l'insegnante unica avrà delle carenze in inglese pazienza, avranno modo, occasioni e stimoli per impararlo meglio. L'unica cosa che mi auguro venga insegnato ai miei figli, dopo ovviamente alle basi per poter procedere negli studi, è il rispetto, l'educazione, il sacrificio e la dedizione che in ogni cosa dovranno mettere per poter superare gli ostacoli futuri. Imparato questo potranno affrontare qualsiasi materia che nella vita vorranno o dovranno approfondire, senza di questo le nozioni in più che potranno ricevere da 5 insegnanti diverse non compenseranno mai la mancanza di una figura solida e affidabile nel momento del loro passaggio dalla prima infanzia alla vita adulta.



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