mercoledì, aprile 25, 2007

Ho vinto la sfera d’oro del miglior veggente…


Ho vinto la sfera d’oro del miglior veggente…

Oggi su internet ho trovato un indagine della Demoskopea sulle preferenze degli italiani al momento della creazione del nuovo soggetto politico PD.

Non so chi sia stato a commissionarla, ma posso dire che ha sprecato i suoi soldi.
Un mese fa, senza potenti mezzi statistici e demoscopici, solo con un po’ di buon senso avevo dato più o meno le stesse percentuali sbagliando di +/- 1 punto percentuale.

Devo cercare di applicarmi un pò di più quando gioco al lotto

martedì, aprile 17, 2007

I nostri rappresentanti!

I nostri rappresentanti!

Oggi dal sito di Affari Italiani sfogliando la pagina delle ultime notizie leggo e riporto:

11.40 Telecom/ Di Pietro, Beppe Grillo all'assemblea in mia vece

Già prima di questa fondamentale investitura del Sig. Beppe Grillo non mi sentivo un gran che rappresentato dall’attuale governo, ma ora sono convinto che il governo attuale tutto può essere tranne che rappresentante del popolo italiano.

Intendiamoci, stimo e applaudo Beppe Grillo per quello che sta facendo, il problema è che il Governo italiano per bocca di un suo ministro possa pensare di partecipare all’assemblea degli azionisti di una importantissima S.p.A. nazionale che gestisce uno dei fondamentali servizi sul territorio e che sta attraversando “qualche” problema mandando in sua vece un comico, un ottimo comico ma pur sempre un comico.
Fino ad oggi il governo poteva sceglier tra due atteggiamenti da tenere nei confronti della vicenda Telecom:
1- Il Governo si astiene da qualunque ingerenza sulle aziende quotate in borsa e da buon spettatore può solo assistere ed attendere la decisione del consiglio di amministrazione di una S.p.A. autonoma e indipendente.
2- Il Governo, a garanzia della gestione della rete di telecomunicazione, ritiene indispensabile il suo intervento per tutelare gli interessi nazionali e opera affinché i problemi di Telecom vengano risolti in ambiti di libero mercato ma sotto il controllo del Governo oppure interviene ridiventando proprietario di quanto serve per garantire il servizio fino ad ora gestito dalla Telecom( può prendere il controllo dell’azienda o della sola rete).

Come un pò in tutte le questioni spinose affrontate fino ad ora il Governo e rimasto con i piedi su due scarpe, ha mostrato un ambiguità o un abilità da prestigiatore nel far vedere tutto e il contrario di tutto. Promettevano e spergiuravano riduzioni di tasse in campagna elettorale e poi emanano una finanziaria con un centinaio di nuove tasse, Predicano il pacifismo e poi mandano in guerra le associazioni umanitarie a fare a botte con i governi presso i quali dovrebbero essere accreditati, si inorgogliscono per aver giustamente salvato la vita a un giornalista italiano ma poi dichiarano pomposamente che non centrano nulla che è stata tutta opera del governo afgano o di Emergency, fanno rifinanziare le missioni militari facendole passare per missioni umanitarie e poi le riforniscono di armi e mezzi per poter contrastare i terroristi che hanno riempito le polveriere con i soldi dei riscatti italiani, propongono i DICO e parlano di politiche a sostegno della famiglie, annunciano che la TAV si farà ma senza scontentare gli abitanti della val di Susa che non la vogliono, ha liberalizzato i principali settori dell’economia nazionale toccando tassisiti, farmacisti e benzinai,etc.etc… Oggi il colpo di scena, il tocco da artista della dabbenaggine e dell’ambiguità.
Visto che l’azienda che gestisce le telecomunicazioni della nazione sta attraversando qualche problema e visto che noi interveniamo ma non lo diciamo, vorremmo renderla pubblica ma diciamo di privatizzarla, sosteniamo che una spa è libera da ingerenze governative ma i nostri interessi non ci permettono di starne fuori, crediamo nel libero mercato ma piuttosto che in mani straniere la vorremmo in mano all’odiato Berlusconi, visto che è evidentemente una barzelletta interveniamo al consiglio di amministrazione ma come rappresentante del governo inviamo un comico.
Ecco, in effetti pensandoci bene forse mi sento più rappresentato da Beppe Grillo che da questo Governo

mercoledì, aprile 11, 2007

DICO QUELLO CHE PENSO parte 2

Colgo come ispirazione un articolo di Marcello Veneziani apparso su "Libero" di oggi e appoggio la sua proposta di cambiare nome alla giornata per la famiglia, non più Family Day ma dies familiae. Perchè imitare i gay pride e americanizzare una istituzione che è parte integrante della nostra natura di Italiani discendenti dagli antichi romani?
Poi continua indicando la famiglia come elemento naturale assimilabile all'acqua e all'aria e , per la sua naturale predisposizione alla procreazione, indispensabile alla vita e ne ammette la indubbia situazione di crisi che l'istituzione famiglia sta vivendo non certo a causa dei DICO o delle coppie gay ma per la mancanza di valori forti al suo interno. Da queste premesse parte a disquisire sul diritto naturale.Cito testualmente:
" Giuristi, filosofi e intellettuali sputano ogni giorno sul corpo offeso del diritto naturale,....Che bestialità, Signori, guardate la realtà e andate verso la vita. Che vuole dire diritto naturale?... è il diritto che regola, tutela e sancisce quello che accade in antura.
Ad esempio il fatto che una creatura nasca da un uomo e da una donna... ad esempio il fatto che i bambini come i vecchi non sono autosufficienti in natura. Il diritto riconosce questi fatti naturali e li tutela, riuscendo così a tradurre la natura in civiltà . La Famiglia è il primo stadio di quel passaggio dalla natura alla civiltà...Chi chiede di cancellare il diritto naturale chiede di restituire l'uomo all'inciviltà, magari sofisticata, ma pur sempre barbara perchè fondata sul desiderio dell'Io dominato dagli istinti e dagli istanti. Non c'è bisogno di essere Cristiani per difendere la famiglia. E non c'è bisogno di essere sposati per riconoscere il suo valore di fondamento della socieetà. Basta essere civili e forse semplicemente umani. E se proprio volete farne una questione personale , ricordatevi di vostro padre e di vostra madre e non dite loro che fu fatica sprecatamettervi al mondo, mantenervi, crescervi, educarvi e volervi perfino bene...."

Non potevo trovare parole più precise per esprimere il mio pensiero e di questo ringrazio Marcello Veneziani.

DICO quello che penso

DICO quel che penso

Lo so, è un po’ fuori moda parlarne oggi, ma in fondo si sta avvicinando il Family day , il cardinal Bagnasco è sotto scorta non certo per le sue opinioni calcistiche, prima o poi il provvedimento dovrà essere affrontato dal governo, etc… Insomma, fa più clamore parlare di teste mozzate e di riscatti pagati ma avevo voglia di parlare d’altro.

Mi ritengo una persona aperta e sufficientemente moderata, sono di natura un po chiuso, ma compenso con la mia tolleranza. Considero quindi importanti anche le necessità che non sono mie ma che vengono manifestate da altri.
Quali sono le necessità e le problematiche che vengono affrontate e presumibilmente risolte dai DICO?

Se parliamo di problemi pratici, credo che sia più semplice trovarci tutti d’accordo, credo che nessuno possa negare che è giusto riconoscere a tutti il diritto di decidere chi entra nel proprio ramo ereditario ( rispettando le norme vigenti a tutela dei legami con figli e coniugi), il diritto di decidere a chi lasciare la possibilità di subentrare al mio contratto di affitto, il diritto di decidere chi può assistermi in ospedale e chi può decidere della mia salute nel caso io non fossi cosciente.

Vorrei far notare alcune stranezze:

• Si è parlato di diritti che unanimemente si possono riconoscere come legittimi. Diritti! Ma se qualcuno vuole questi diritti può sposarsi e li ottiene immediatamente assumendosi anche i doveri, se uno non vuole i doveri rimane libero non si lega e rinuncia ai diritti. Diritti e doveri non sono scindibili, la proclamazione di soli diritti è l’apoteosi dell’anarchia. Se uno sarebbe disposto ad assumersi diritti e doveri del matrimonio ma non può perché coppia “Atipica” ( es. coppie omosessuali, copie di vecchie zie che convivono per reciproco aiuto etc.) possono risolvere comunque questi problemi semplicemente applicando le leggi attuali. Ma il discorso che più devia dalla realtà del problema è un altro. Ammettiamo che i DICO passino e diventino una nuova istituzione alternativa alla famiglia, cosa ne sarebbe dei poveri single che vivono soli e che non possono aderire a questo contratto? Io, ipotetico single palermitano che vive solo a Milano, abito in un appartamento e mi sono creato una cerchia di amici a Milano senza per questo essere un omosessuale e/ un convivente, vengo investito da una macchina e entro in coma. Posso avere un mio amico intimo ma non abbastanza da viverci assieme a cui affidare le scelte urgenti e inderogabili da prendere mentre io sono in coma? Oppure, più semplicemente, posso avere qualcuno che venga ad assistermi mentre sto male? Perché gli stessi diritti non vengono riconosciuti alla singola persona anziché alla coppia? Se la proposta fosse di riconoscere alle persone in quanto tali alcuni diritti direi fondamentali, sono certo che nessuno, nemmeno la Chiesa avrebbe qualcosa da ridire. Riconosciamo quindi ad ogni singola persona il diritto di decidere chi avere a fianco nei momenti difficili e che possa usufruire di quanto ho realizzato prima di morire non in quanto coppia non sposata ma in quanto singolo individuo.
• Si vogliono riconoscere dei diritti in quanto coppia, ma allora si potrebbe riconoscere altri diritti alle squadre di calcio in quanto dozzine. E le coppie di fatto di giocatori di briscola? Vogliamo dimenticarli? E i diritti delle mezze dozzine giocatori di pallavolo?
Leggiamo la costituzione italiana:
Art. 29
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Provo un attimo ad interpretare il pensiero dei padri della costituzione; cosa potevano intendere come “ società naturale” ? Perché i rapporti omosessuali o diversi vengono comunemente chiamati “contronatura”? Non sono opinioni mie, non le ho inventate, sono il comune sentire della nostra società. Vediamo il resto “ fondata sul matrimonio” penso sia chiaro l’intento di affermare , oltre ai diritti individuali, la volontà di garantire i diritti nel matrimonio altrimenti avrebbero scritto “ fondata sulle unioni”.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

Penso sia superfluo ricordare che quando parlavano di eguaglianza dei coniugi non si riferivano al loro sesso, non intendevano due persone perfettamente identiche…..

Il resto sono solo illazioni.