martedì, aprile 15, 2008

THE DAY AFTER


Eccoci qui, il giorno dopo la grande sbornia di democrazia.

Ancora una volta il Cavaliere è stato tanto deriso prima del voto per i suoi sondaggi strampalati quanto adulato dopo il voto per i suoi precisissimi sondaggi. Ancora una volta Berlusconi ha capito la pancia della gente prima, meglio e con più precisione di tutti gli altri compresi sondaggisti e statistici pagati per farlo.

Ancora una volta si sono rilevati falsati gli exit pool, ma questo meriterebbe un analisi a parte.

Ancora una volta Berlusconi è chiamato alla guida del paese in un momento che si profila difficile. Ancora una volta la Lega è stata determinante e ancora una volta sarà un partito di governo e come tale si comporterà non permettendo, ma favorendo un rinnovamento e una spinta modernizzante e (anche ma non solo) federale.

Ancora una volta in parlamento non saremo rappresentati da transessuali e da rivoltosi dei centri sociali, non è una considerazione razzista, ma ritengo che la maggioranza del paese non si sentisse rappresentata.

 

Per la prima volta non ci saranno ali estreme in parlamento. Sono sinceramente dispiaciuto per la Santanche e per Bertinotti. La prima mi aspettavo fosse maggiormente sostenuta dalle donne il secondo mi aspettavo fosse sostenuta dal solito zoccolo duro di irriducibili di ideologia comunista. La prima ha pagato la velocità in cui si sono svolte le cose, il partito era appena nato e non è riuscito a incidere, il secondo credo paghi l'abbinamento con chi ha fermato l'Italia per esempio i verdi o meglio questi verdi ( ma non solo loro).

Per la prima volta da due anni a questa parte si passerà la giornata senza criticare la legge elettorale che rendeva ingovernabile il paese. Per la prima volta Prodi, Veltroni e tutto il caravanserraglio che per 22 mesi ci ha stordito con la scusa di non essere riusciti a governare a causa della legge elettorale  dovranno ammettere che non hanno governato perché il responso elettorale era di sostanziale parità e che la caduta del governo è stata causata esclusivamente da problemi interni alla loro coalizione e che il tentativo di Marini era un inutile perdita di tempo e che il no di Berlusconi a governicchi temporanei per cambiare la legge elettorale non era un pericolo democratico ma l'affermazione della realtà. In poche parole dovranno ammettere i loro limiti e fare un esame di coscienza.

Per la prima volta potremo dormire senza il grande sogno centrista che si ferma al 5.5 % ininfluente e insignificante ma in calo rispetto al 2006  ( 6.76%). Come aveva sempre detto farà l'ago della bilancia e in effetti nell'emiciclo lo vedi proprio una sottile riga in centro magro magro proprio come un ago della bilancia.

Per la prima volta avremo un parlamento con al massimo 6 gruppi e quindi ad ogni votazione non dovremo più sorbirci le dichiarazioni di voto di quasi un centinaio di capigruppo, pensate solo questo quanto potrà snellire i lavori parlamentari.

 

 

Fortunatamente l'Italia ha scelto decisamente la strada da intraprendere. Avessimo avuto nuovamente un esito incerto credo che per l'Italia sarebbe stato il colpo di grazia.

Per fortuna Grillo ha riempito le piazze altrimenti Di Pietro a chi poteva copiare il programma per riuscire a racimolare qualche voto? Senza questo aiuto la "parte avversa" avrebbe avuto un tracollo, una disfatta che waterloo non era nulla a confronto.

 Per fortuna che esistono gli exit pool altrimenti non avremmo nemmeno il fugace ricordo delle facce sorridenti di D'Alema, Fioroni, Fassino, mentre commentano il tanto agognato pareggio.

E per fortuna che il pubblicamente temuto e intimamente sognato pareggio tanto caro a Veltroni e al PD non si è materializzato.

Per fortuna ora Berlusconi potrà trattare direttamente per Alitalia, forse riuscirà a non regalarla ad Air France pagando magari anche i debiti.

 

Sono stato pacato e sommesso. Questo è il massimo che mi sento di concedere alla mia felicità. Ora tocca a te Presidente, Cavaliere, Berlusconi ( oppure posso chiamarti Silvio visto che mi mandi gli SMS firmandoti così e affermando di volermi abbracciare). Questo è il momento di avere nervi saldi e timone ben stretto. Questa è la prova del nove, da oggi o si fa l'Italia o si muore.

Non esistono prove d'appello, adesso si deve lavorare e sodo, dobbiamo rialzare questo paese e renderlo forte per affrontare i problemi che ci aspettano.

Questa è l'occasione per trasformarsi da imbonitore televisivo a statista di rango.

Presidente, ci porti fuori da questo pantano, ci faccia ritornare fieri di essere Italiani e capaci di arrivare alla quarta settimana del mese.

 

Se fallirà questa volta passerà alla storia come il secondo grande bluff del secolo dopo Prodi, se riuscirà nell'intento diventerà uno dei più grandi statisti della Repubblica.

Se ce la faremo torneremo a contare qualcosa. Se falliremo, non c'è problema, tanto non ci avanzeranno nemmeno i soldi per rifare le elezioni!

 

Good Work and Good Luck