mercoledì, giugno 16, 2010

LO STRANO GIOCO DELLA POLITICA

Leggo qui un intervento a mio modo di vedere illuminante( che riporto in calce per i pigri):

http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2010/06/gli-incoerenti-ipocriti-della-legge-sulle-intercettazioni.html          

 

Certo, a ben guardare si potranno trovare situazioni simili anche a destra, ma è opprimente pensare che la politica oggi sia proprio questo. Invece di essere una dialettica affermazione delle proprie ragioni è diventata una dialettica negazione delle affermazioni altrui.

Le intercettazioni non sono l'argomento più strettamente legato alla nostra sopravvivenza, ma fa riflettere che si usi questo approccio per legiferare e per creare quindi il futuro dei nostri figli.

 

Credo sia giunto il momento per chi è padre e sente la sua come una missione, chi non è ancora padre ma pensa di diventarlo nei prossimi 20 anni, chi tiene al proprio futuro, chi pensa che qualche cosa non sta funzionando, di alzarsi e far sentire la propria voce, la democrazia è questa, il comunicare il proprio parere nel rispetto del parere altrui e pretendere la stessa attenzione che siamo disposti a dare a chi non la pensa come noi.

 

Chi oggi ci governa, ed essendo in democrazia siamo governati da maggioranza e opposizione, deve cominciare a dare l'esempio di un nuovo approccio ai problemi oppure è meglio che cominci a pensare a nuovi sbocchi professionali perché questo vecchio e logoro modo di gestire la cosa pubblica sta per collassare su se stesso fagocitando tutti quelli che su questo sistema hanno costruito le loro fortune.

Stiamo vivendo un nuovo medio evo, potremo uscirne solo lavorando tutti assieme ad un nuovo rinascimento. Stare fermi ed attendere il divenire delle cose non ci porterà nessun risultato favorevole.        

Gli incoerenti ipocriti della legge sulle intercettazioni

Pubblicato da Paolo della Sala alle 17:37 in Politica


 

Premesso che il diritto di parola e stampa va prima di tutto, e che quindi il provvedimento è un vulnus...

"22 febbraio 2008"
Il programma elettorale del Partito democratico (Capitolo Giustizia); il tema è quello delle intercettazioni:
"Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell'udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali. E' necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un'efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati".

10 giugno 2010. Walter Veltroni (che quel programma aveva elaborato): "Il ddl intercettazioni è una ferita aperta per il Paese, una ferita profonda e mi auguro che alla Camera sia possibile discutere, come è diritto del Parlamento, senza quella brutta parola che è 'blindatura'. È una giornata brutta per il Paese. Va salvaguardata l'autonomia del lavoro dei magistrati così come la libertà della stampa di raccontare quel che accade nel Paese".

13 giugno 2007. Romano Prodi:
"Pagine intere di giornali e ore di trasmissioni televisive dedicate alla trascrizione e alla diffusione di intercettazioni telefoniche, che nulla mostrano e dimostrano, rischiano di alimentare un clima di scontro e di disagio verso le istituzioni e la politica che è inopportuno e pericoloso".
11 giugno 2010. Romano Prodi: "Sono preoccupatissimo. La prima pagina vuota di Repubblica di oggi esprime anche lo stato del mio animo. Io sono personalmente molto, molto preoccupato perché è la democrazia che entra in sofferenza, che respira male". 22 dicembre 2007. Fausto Bertinotti: "Le intercettazioni rese pubbliche sono una violazione dei diritti dei cittadini e delle persone, di chiunque esse siano". 23 dicembre 2007. Dario Franceschini: "La pubblicazione di intercettazioni è inammissibile" 22 maggio 2010. Dario Franceschini: "La battaglia che faremo sulle intercettazioni sarà durissima. Vediamo se c'è davvero in Italia una destra che ritiene che la libertà dei cittadini ad essere informati sia superiore a qualsiasi altro interesse"."
-via Gargantua  La coerenza? Roba da fessi Link: Il programma del PD, sezione Giustizia(via rog2 (via toscanoirriverente (via ringoworld

"Il Foglio ha chiesto ai corrispondenti stranieri in Italia se anche nei loro paesi i giornali pubblicano le paginate di intercettazioni Jörg Bremer, della Frankfurter Allgemeine Zeitung, risponde con molta decisione che "in Germania niente del genere sarebbe possibile. È vietato e non è mai successo. Per quanto riguarda la Faz, il mio giornale, non ha mai pubblicato il testo di un'intercettazione prima di un processo". Libération, Eric Joseph, dice che a sua conoscenza "mai in Francia, né sul mio giornale né su altri, sono state pubblicate intercettazioni con particolari privati che non abbiano un interesse pubblico. Solo il Nouvel Observateur ha pubblicato un presunto sms di Sarkozy alla ex moglie Cécilia, ed è finita con le scuse del giornale". Miguel Mora, del quotidiano spagnolo El País: "Non è mai successo che venissero pubblicate intercettazioni come accade sui giornali italiani, anche perché noi abbiamo una norma deontologica che lo evita. Evita, cioè, che persone che non hanno a che fare con una certa indagine compaiano con nome e cognome sui giornali. Il contrario sarebbe strano".

Peter Popham, Independent: "In Inghilterra non è mai successo ed è impensabile"
Patricia Mayorga, cilena di El Mercurio: "Non è mai successo che il mio giornale abbia pubblicato intercettazioni del genere di quelle che escono in Italia. DIREI DI PIU': IN CILE LE INTERCETTAZIONI NON SI USANO TANTO, SE NON ALTRO PER IL RICORDO DI QUELLO CHE E' STATO IL REGIME DI PINOCHET" Rachel Donadio, del New York Times, dice che non sono mai state pubblicate pagine di intercettazioni sul New York Times o altrove, "se non quelle rese pubbliche durante i processi". Conclude Donadio: "E' diversa ANCHE LA SINISTRA, CHE IN ITALIA VUOLE PIU' INTERCETTAZIONI, AL CONTRARIO DI QUANTO AVVIENE NEGLI STATI UNITI""


 



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