mercoledì, aprile 11, 2007

DICO quello che penso

DICO quel che penso

Lo so, è un po’ fuori moda parlarne oggi, ma in fondo si sta avvicinando il Family day , il cardinal Bagnasco è sotto scorta non certo per le sue opinioni calcistiche, prima o poi il provvedimento dovrà essere affrontato dal governo, etc… Insomma, fa più clamore parlare di teste mozzate e di riscatti pagati ma avevo voglia di parlare d’altro.

Mi ritengo una persona aperta e sufficientemente moderata, sono di natura un po chiuso, ma compenso con la mia tolleranza. Considero quindi importanti anche le necessità che non sono mie ma che vengono manifestate da altri.
Quali sono le necessità e le problematiche che vengono affrontate e presumibilmente risolte dai DICO?

Se parliamo di problemi pratici, credo che sia più semplice trovarci tutti d’accordo, credo che nessuno possa negare che è giusto riconoscere a tutti il diritto di decidere chi entra nel proprio ramo ereditario ( rispettando le norme vigenti a tutela dei legami con figli e coniugi), il diritto di decidere a chi lasciare la possibilità di subentrare al mio contratto di affitto, il diritto di decidere chi può assistermi in ospedale e chi può decidere della mia salute nel caso io non fossi cosciente.

Vorrei far notare alcune stranezze:

• Si è parlato di diritti che unanimemente si possono riconoscere come legittimi. Diritti! Ma se qualcuno vuole questi diritti può sposarsi e li ottiene immediatamente assumendosi anche i doveri, se uno non vuole i doveri rimane libero non si lega e rinuncia ai diritti. Diritti e doveri non sono scindibili, la proclamazione di soli diritti è l’apoteosi dell’anarchia. Se uno sarebbe disposto ad assumersi diritti e doveri del matrimonio ma non può perché coppia “Atipica” ( es. coppie omosessuali, copie di vecchie zie che convivono per reciproco aiuto etc.) possono risolvere comunque questi problemi semplicemente applicando le leggi attuali. Ma il discorso che più devia dalla realtà del problema è un altro. Ammettiamo che i DICO passino e diventino una nuova istituzione alternativa alla famiglia, cosa ne sarebbe dei poveri single che vivono soli e che non possono aderire a questo contratto? Io, ipotetico single palermitano che vive solo a Milano, abito in un appartamento e mi sono creato una cerchia di amici a Milano senza per questo essere un omosessuale e/ un convivente, vengo investito da una macchina e entro in coma. Posso avere un mio amico intimo ma non abbastanza da viverci assieme a cui affidare le scelte urgenti e inderogabili da prendere mentre io sono in coma? Oppure, più semplicemente, posso avere qualcuno che venga ad assistermi mentre sto male? Perché gli stessi diritti non vengono riconosciuti alla singola persona anziché alla coppia? Se la proposta fosse di riconoscere alle persone in quanto tali alcuni diritti direi fondamentali, sono certo che nessuno, nemmeno la Chiesa avrebbe qualcosa da ridire. Riconosciamo quindi ad ogni singola persona il diritto di decidere chi avere a fianco nei momenti difficili e che possa usufruire di quanto ho realizzato prima di morire non in quanto coppia non sposata ma in quanto singolo individuo.
• Si vogliono riconoscere dei diritti in quanto coppia, ma allora si potrebbe riconoscere altri diritti alle squadre di calcio in quanto dozzine. E le coppie di fatto di giocatori di briscola? Vogliamo dimenticarli? E i diritti delle mezze dozzine giocatori di pallavolo?
Leggiamo la costituzione italiana:
Art. 29
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Provo un attimo ad interpretare il pensiero dei padri della costituzione; cosa potevano intendere come “ società naturale” ? Perché i rapporti omosessuali o diversi vengono comunemente chiamati “contronatura”? Non sono opinioni mie, non le ho inventate, sono il comune sentire della nostra società. Vediamo il resto “ fondata sul matrimonio” penso sia chiaro l’intento di affermare , oltre ai diritti individuali, la volontà di garantire i diritti nel matrimonio altrimenti avrebbero scritto “ fondata sulle unioni”.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

Penso sia superfluo ricordare che quando parlavano di eguaglianza dei coniugi non si riferivano al loro sesso, non intendevano due persone perfettamente identiche…..

Il resto sono solo illazioni.

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