martedì, ottobre 14, 2008

LA BORSA DI CARTA


No! Non sto parlando della borsa della spesa. Sto parlando del mercato azionario.

E' una disgrazia che l'umanità si sta portando dietro da tempo immemorabile, non è un problema moderno come vogliono farci credere.

Un tempo tutto si basava sul baratto. Il ciabattino produceva scarpe e le dava al pescivendolo in cambio di pesce e al conciatore in cambio di pelli. Poi il pescivendolo ebbe un idea. Colpito dal fatto che lui cambiava le scarpe molto di rado ma il ciabattino gli chiedeva il pesce tutti i giorni pensò di avviare una linea di credito. Quando il ciabattino gli forniva un paio di scarpe decidevano quanto pesce valevano e il pescivendolo doveva fornirlo fino ad esaurimento del credito al ciabattino. Diventava però scomodo tenerne conto, allora il ciabattino ebbe un idea. Fissiamo un prezzo per le scarpe e uno per il pesce e lo esprimiamo in conchiglie, allora un paio di scarpe valgono cento conchiglie e un kg di pesce vale due conchiglie. Quando il ciabattino vendeva le scarpe al pescivendolo riceveva le conchiglie che poi un paio al giorno restituiva in cambio di pesce. Nacque così il denaro. Nacquero anche le prime speculazioni e i primi problemi con un economia non più basata su beni materiali ma sulle idee del loro valore, perché vedete, in quel paese cominciarono ad esserci 10 pescivendoli ma un solo ciabattino. Quel ciabattino non era il più bravo ma semplicemente l'unico a fornire scarpe a tutti i pescivendoli ma sceglieva di prendere il pesce solo da chi gli faceva il prezzo migliore e gli dava il pesce più buono. In questo modo il valore del pesce calò notevolmente pur aumentando la qualità mentre le scarpe diventarono carissime e di pessima qualità. I pescivendoli diventarono sempre più poveri lavorando sempre di più e meglio mentre il ciabattino diventò sempre più ricco producendo sempre più scarpe di pessima qualità.

Ad un certo punto i pescivendoli non avevano più conchiglie per pagare il pane e quindi le chiesero in prestito al ciabattino che fu così magnanimo da prestarle purchè gli venisse riconosciuto un interesse sulle conchiglie prestate. Rendendosi conto che con questo sistema riusciva a guadagnare di più che producendo scarpe di pessima qualità chiuse il negozio da ciabattino e aprì un negozio che chiamò banca. Poi andò dei pescivendoli e gli propose di diventare loro socio acquistando una parte della loro attività in cambio delle conchiglie che gli servivano per proseguire nel loro lavoro.  

Così il ciabattino divenne proprietario di tranci di pescivendoli che grazie all'apporto di conchiglie fresche riuscirono a vendere di più e con il sudore della loro fronte a far aumentare il valore della loro attività arricchendo in questo modo anche il ciabattino. Poi un giorno il ciabattino si incontrò con il ciabattino di un paese lontano e si confrontarono scoprendo che avevano percorso la medesima strada solo che l'altro ciabattino aveva investito le sue ghiande (questo avevano scelto come moneta) per entrare in società con gli allevatori di maiali della sua zona dove non c'era pesce.

Il nostro ciabattino aveva sempre covato il sogno di possedere una parte di un allevamento di maiali così propose lo scambio al suo collega, Cedette parti delle sue parti di pescivendoli in cambio di parti di allevamenti di maiali . Nacque così la borsa. Ma era difficile per i pescivendoli capire in questo momento da chi erano posseduti. Si decise quindi di dividere ogni attività in un numero determinato di fette da cedere o acquistare in pacchetti. Nacquero le azioni.

 

Da quel lontano giorno in poi l'uomo è stato sottomesso da un mercato falso che non funziona sul reale valore dell'attività dei pescivendoli ma basa i suoi valori su quanti ciabattini sono disposti a comprare azioni dei pescivendoli o  a venderle.

 

Oggi siamo riusciti a raggiungere l'apoteosi di questo perverso meccanismo. I ciabattini ci fanno sapere che hanno perso miliardi di conchiglie e/o ghiande del loro capitale e cominciano a piangere lacrime amare che bagnano i pescivendoli che preoccupati per la sorte dei loro "possessori" si lamentano della crisi e dei problemi del mercato. Ma quelle montagne di conchiglie sparite dove erano? Erano il valore del banco frigo dei pescivendoli? Erano il valore dell'allevamento dei maiali? No! Erano un valore teorico basato sulla volontà dei ciabattini di comprare o vendere quelle azioni. Praticamente i ciabattini hanno perso dei denari perché avevano voglia di vendere, ma hanno in realtà perso dei denari che avevano guadagnato quando avevano voglia di comprare. In realtà quelle conchiglie e quelle ghiande non sono mai esistite.

Però ora riappare un personaggio che ci eravamo dimenticati dopo averlo nominato all'inizio della storia. Il conciatore.

 

Il conciatore, visto che oramai nessuno gli chiedeva le pelli a parte il ciabattino molto tempo fa decise di non essere un libero conciatore ma di fare il conciatore dipendente del ciabattino. Il ciabattino ogni mese gli riconosce un tot di conchiglie per il lavoro svolto.

Lui si che le conchiglie le vede davvero, non sono finte come quelle del ciabattino anche se il ciabattino cerca di pagarlo dicendogli che le conchiglie le versa nella sua banca a disposizione del conciatore. Ma quando il conciatore usa quelle conchiglie le deve avere in mano, sono vere.

Però il conciatore si preoccupa, vede il suo ciabattino che piange per le conchiglie inesistenti perse e pensa" Chissà le mie conchiglie se ci sono ancora..:" va dal pescivendolo e lo vede che piange perché il suo parziale possessore , il ciabattino, gli ha fatto notare che ha perso una montagna di conchiglie a causa della svalutazione della sua pescheria e lui per questo si sente in colpa. Allora il conciatore si preoccupa ancora di più perché, dopo che il ciabattino gli ha detto che non può aumentargli lo stipendio a causa dei ben noti problemi delle conchiglie sparite ma mai esistite, ora il pescivendolo gli dice che deve aumentare il costo del pesce per rientrare delle perdite dovute alla scomparsa delle conchiglie mai esistite. Allora il conciatore ci pensa un attimo e non compra più il pesce, va a casa nel suo orticello e si mangia due carote. Arrabbiato ed affamato non ha nemmeno voglia di andare a comprare le scarpe di cui ha bisogno ma che non può coltivare nell'orto. Così quella sera il ciabattino si incupisce ancora di più perché non ha venduto nulla ne con le pescherie di cui e parziale proprietario e nemmeno nei negozi di scarpe che ha in società con il ciabattino lontano, quello delle ghiande e dei maiali. Il giorno dopo va dal conciatore e gli dice che per questa settimana non serve che conci le pelli perché non c'è lavoro e che quindi lui non lo pagherà.

 

Allora il conciatore, chiuso in casa e colto dalla disperazione, prende una decisione. Se ne va a pescare e il pesce pescato, dopo essersi sfamato, lo va a vendere al pescivendolo in cambio di scarpe prodotte dal suo parziale proprietario il ciabattino. Il ciabattino, dovendo pur mangiare qualcosa si mise nuovamente a costruire scarpe di buona qualità per paura che il conciatore andasse a prenderle dall'altro ciabattino ( quello dei porci). Nello stesso momento il ciabattino lontano ( quello dei porci) decise di essersi stancato di giocare con ghiande e conchiglie e ricominciò anche lui a rifare scarpe rimettendo l'allevatore di maiali nelle condizioni di potersi nuovamente occupare dei maiali e non delle ghiande.

Dopo questo periodo di pazzia in cui i ciabattini si preoccupano di conchiglie che non esistono e i pescivendoli si preoccupano di ciabattini che non fanno scarpe ma giocano con le conchiglie, l'unica strada per ritornare in un mondo reale è che tutti facciano il loro lavoro praticamente e non teoricamente permettendo così al conciatore di continuare a conciare pelli per poter andare a comprare il pesce, il prosciutto e le scarpe che gli servono senza preoccuparsi di dove siano finite le conchiglie che, oltre a non servirgli, tre le altre cose nemmeno esistono.

 

E vissero tutti felici e contenti….. finchè non arrivò l'EURIBOR!!!!           



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